Andrea Bolognino – Cecità, accecamento, oltraggio- A cura di Sylvain Bellenger
Cosa lega il dipinto Parabola dei ciechi (1568) del maestro fiammingo Pieter Bruegel al giovane artista napoletano Andrea Bolognino?
Una mostra presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte unisce le riflessioni di Bolognino sul tema del rapporto contemporaneo tra arte e scienza alla concezione di invisibilità dell’opera cinquecentesca, attraverso ventiquattro disegni realizzati mediante l’utilizzo di numerose tecniche, matita, carboncino, acquerello, acrilico diluito su superfici cartacee. La mostra è parte del ciclo “Incontri sensibili”, punti di contatto tra arte antica, moderna e contemporanea, un modo di rivivere l’arte del passato con un occhio rivolto al presente, in un rapporto di continuità tra le opere.
Cecità.
La cecità, una condizione drammaticamente espressa da Brueghel, è la prima protagonista della mostra. Il pittore fiammingo a cui si ricollega Bolognino, si allontana dalla concezione per la quale la malattia veniva considerata come un dono divino, introducendo, invece, un crudo realismo, con uomini abbandonati al loro destino, trascinati in una progressiva caduta. Notiamo addirittura un rovesciamento di questo concetto, l'uomo senza occhi che si ritrova tale in seguito a una punizione divina. Brueghel in questa composizione riprende l'oggettività empirica tipica del Rinascimento, ma con un intento morale: essi sono ciechi poiché non vedono la verità, Dio. Nei dipinti precedenti, i ciechi erano in genere raffigurati con gli occhi chiusi, qui, invece, ad ogni uomo viene assegnata una patologia oculare diversa, un’indagine meticolosa che rappresenta il dato “scientifico”.
“Il tema della cecità fa parte della mia ricerca artistica ormai da molto tempo. Intendo infatti il disegno, come un tuffo nell'invisibilità. Un cercare di tracciare un sentiero all'interno di una caverna buia” afferma Bolognino, che nelle sue opere simula il disturbo visivo con tratti brevi, volti a rendere l’oscurità della malattia, inserisce poi l’elemento scientifico con l’utilizzo di schemi e grafici, mentre il culmine viene raggiunto con un trittico che avvolge vorticosamente lo spettatore in una caduta simbolica, così come avviene attraverso i protagonisti nella Parabola dei ciechi.
Il primo episodio rappresenta l’esplosione della caduta, il secondo, con una compenetrazione di piani che contemporaneamente ci mostrano una visione dall’interno, dall’esterno e dall’alto, ci suggerisce il momento della consapevolezza della caduta, con l’ultimo l’autore mostra il tentativo di rialzarsi. Una reinterpretazione, in questo caso, ascendente della Parabola di Bruegel.
Accecamento.
“L'accecamento invece si riferisce ad un graduale processo di perdita della vista. Mi sono interrogato infatti, sulle diverse e numerose problematiche della vista umana e ho cercato di sviluppare, a partire da quelle, una nuova visione che potesse comprenderle, traducendole nella forma del disegno”, in questo caso l’autore indaga circa la transizione della malattia, il dato scientifico si misura con la rapidità del colore, con la ricchezza espressiva delle composizioni, la mescolanza delle diverse tecniche confonde e trascina l’osservatore al limite delle possibilità visive.
“Spesso disegno ad occhi chiusi oppure disegno senza guardare il foglio sul quale sto lavorando, ma sull’oggetto. Cerco di incorporare uno sguardo, di vedere in prima persona o un terza persona, cercando si sovrapporre questi due tipi di visione, quindi la visione interna e la visione esterna vengono a collassare sulla superficie”.
L’effetto è di inevitabile disturbo, quasi uno stordimento dato dalla sottile e maniacale indagine che però lascia spazio all’immaginazione, all’interpretazione intima dell’osservatore che assorbe e rende proprio il mistero della visione offuscata dal caos.
Oltraggio.
“Il termine oltraggio, in passato, indicava semplicemente un eccesso di azione, un andare oltre qualcosa, e lo troviamo con quest'accezione anche in Dante, come eccesso di visione, come luce che acceca”
Sulla carta appaiono punti oscuri, macchie, aloni che lasciano spazio all’immaginazione, dal buio fisico a quello concettuale, per poter rappresentare il nostro presente: l’occhio umano è oggi continuamente colpito da un sovraccarico sensoriale relativo alla vista, milioni di immagini affollano i nostri schermi, Andrea Bolognino trova la chiave per interpretare questa esperienza di dispersione continua alla quale sono sottoposte le nostre menti. L'eccesso di visione proviene dalla sovrabbondanza di sollecitazioni visive e di sguardi a cui siamo costantemente esposti e sottoposti. L’autore quindi lega l’oltraggio della visione con la tematica della cecità.
La cecità non è solo una condizione fisica, ma talvolta acquisisce il significato di passività di fronte alle immagini che invadono i nostri giorni, cieco è lo spettatore che non indaga, che non si accorge del circostante, che vede solo ciò che appare. Oltraggio è scoprire la verità velata, è alterare il proprio modo di percepire sé stessi e gli altri, Quello che hai di fronte è una visione che riflette la possibilità di conoscibilità mai totale di sé.
“Tutte le volte che sto per iniziare un nuovo progetto, parto sempre dalla creazione di un archivio di immagini. Mi servo del computer, della ricerca di immagini, per sviluppare una sorta di archivio digitale di riferimenti. Da questo archivio di immagini, parto poi nella costruzione del mio immaginario. Questa costruzione non può prescindere dal “fare”. La mano diventa a quel punto uno strumento che, andando a braccetto con l'occhio, costruisce un panorama, un paesaggio di figure, segni e livelli che dialogano tra di loro e costantemente si sovrappongono e si confondono. Questa tecnica mi permette di donare quella sensazione di movimento che nelle mie immagini è cosi presente”.
Queste le parole dell’autore Andrea Bolognino (Napoli, 1991), ha studiato pittura presso le Accademie di Belle Arti di Napoli e Weissensee (Berlino). Dal 2011 a oggi ha partecipato a numerose mostre collettive, in Italia e all'estero tra cui There is no Time to Enjoy the Sun presso la Fondazione Morra Greco e Open Systems curata da Giulietta (Basel) e ospitata al Museo Hermann Nitsch (Napoli).
Il disegno è da sempre al centro della sua ricerca artistica, facendo da punto di partenza per lo sviluppo di progetti di ampio respiro che comprendono anche la scultura e la scenografia, come per le produzioni del Teatro Bellini e della Biennale Danza.
INFO
Quando: Tutti i giorni dal 13 gennaio al 18 aprile 2022 (chiuso il mercoledì) dalle ore 10.00 alle ore 17.30 (ultimo accesso alle ore 17.00)
Dove: Museo e Real Bosco di Capodimonte, via Miano 2 – Napoli / II piano, sala Incontri sensibili
Visite con l’Artista: Domenica 13 Marzo 2022 ore 12.00
Prenotazioni: https://capodimonte.cultura.gov.it/mostra/andrea-bolognino-cecita-accecamento-oltraggio/
-Andrea Fonisto -