“La signora dell’arte” la collezione di Bianca Attolico a Villa Torlonia

Con sede presso il Casino dei Principi di Villa Torlonia, la mostra riunisce ben 58 opere della collezione di Bianca Attolico, eclettica cultrice dell’arte, dalla prima metà del novecento fino agli anni duemila.

Bianca Attolico scomparsa a Roma lo scorso Gennaio, è stata una collezionista d’arte e una fervente sostenitrice dell’arte emergente. La sua insaziabile ricerca e curiosità aperta al contemporaneo le ha permesso di riunire negli anni un’inestimabile testimonianza del panorama artistico dagli anni 60 agli anni 2000. Una collezione senza barriere ne pregiudizi che abbraccia l’arte con spirito riflessivo e avanguardistico.

Delle oltre 260 opere che compongono la collezione “domestica” dell’Attolico ne sono state scelte 58, divise in sezioni per ordine cronologico in un allestimento che intende replicare l’atmosfera del suo appartamento ai Parioli, un salotto intellettuale e punto di incontro dell’arte romana per più di trent’anni.

La mostra si dipana all’interno del Casino dei Prinicipi di Villa Torlonia sede dell’Archivio della Scuola Romana, corrente che costituisce il punto d’avvio della collezione. I primi quadri furono scelti insieme al padre Tommaso Lucherini che iniziò a collezionare opere durante la seconda guerra mondiale, seguendo l’attività di alcune gallerie come la Galleria del Secolo.

Un eredità, quella dell’amore per l’arte, che la Attolico continuerà a coltivare cominciando ella stessa, negli anni sessanta, a frequentare gli studi di alcuni giovani artisti come Jannis Kounellis e Pino Pascali che si distaccano dalla pittura per abbracciare l’arte concettuale ed esperienze poveriste. Non è un caso che successivamente entreranno nella collezione artisti come Piero Manzoni, Enrico Castellani, Joseph Kosuth, Gino de Dominicis, Pier Paolo Calzolari e Sol Lewitt.

Arriviamo poi agli anni ottanta, anni in cui la Attolico si appassiona agli artisti della Scuola di San Lorenzo come Nunzio, Domenico Bianchi, Gianni Dessì e Bruno Ceccobelli per proseguire con la fotografia che inizia a seguire intorno agli anni duemila dopo essere entrata in contatto con l’opera di Francesco Vezzoli.

La collezione è eterogenea e abbraccia l’arte africana, sudamericana e asiatica. Il fulcro è una ricerca sul senso dell’arte in una dinamica che fa della curiosità intellettuale una risorsa imprescindibile, non a caso la maggior parte degli artisti che ora sono capisaldi dell’arte contemporanea sono entrati in collezione da emergenti.

La mostra offre una visione e una filosofia dell’arte come luogo di continua evoluzione, un incontro tra correnti e culture diverse. Un viaggio antologico verso quello che è stato il panorama artistico dagli anni 40 ai giorni nostri. Un’ occasione per avvicinarsi alla figura del collettore d’arte il cui occhio vede oltre la critica e il marketing per favorire quel senso del gusto privato fatto di un emotività personale che l’Attolico ha portato avanti.

Forse cerco ancora il quadro della mia vita, non cerco il possesso. È un processo infinito, quasi una rincorsa verso l’ impossibile. E credo che questa sia la vera molla che muove l’anima del collezionista

La mostra è curata da Ludovico Pratesi e sarà visitabile fino al 17 gennaio presso il Casino dei Principi che fa parte del complesso dei Musei di Villa Torlonia, info e biglietti qui.

- Rubina Postiglione-