Renata Rampazzi “CRUOR” dal 17 Settembre al 10 Gennaio al museo Carlo Bilotti di Villa Borghese

Il 17 settembre 2020 ha aperto al pubblico, al museo carlo bilotti, la mostra “CRUOR” di Renata Rampazzi, a cura di Claudio Strinati, che ripercorre la carriera dell’artista dagli anni 70 ad oggi. Opere di denuncia contro la violenza sulle donne che culminano in un istallazione che conclude il percorso espositivo.

Cruor in latino è il “sangue della morte” quello che sgorga dalle ferite, ma anche il sangue del ciclo mestruale. Il sangue come segno dell’essere femminile; nel sangue si diventa donne e successivamente madri. Un simbolo duale che si fa portavoce di una denuncia che necessita, mai come ora, di essere perpetrata.

Durante il lockdown in seguito all’emergenza Covid 19, solo nel nostro paese le chiamate ai centri antiviolenza sono cresciute del 73% e secondo i dati ISTAT il 31,5% delle donne ammette di aver subito violenza fisica o sessuale, una cifra che, proprio perché si basa su dichiarazione spontanea, è da ritenersi inferiore al reale.

La mostra si snoda in un percorso che parte dalle opere storiche degli anni 70-80 per poi arrivare ad una serie di 46 piccole tele, che fungono da studi preparatori per la grande installazione composta da 36 grandi garze appese in un corridoio che lo spettatore può attraversare immergendosi completamente nell’opera.

Il punto di partenza è dunque l’astrazione, che però assume significati quanto mai concreti se si pensa al tema affrontato dalla Rampazzi. La violenza non è mai rappresentata se non nel suo stadio finale, ovvero la ferita, la traccia lasciata dall’ abuso. La materia pittorica emerge dalle tele quasi come fosse sangue rappreso, lasciato lì come monito per non dimenticare.

La tavolozza di rossi esplode davanti allo spettatore che si sente in qualche modo in soggezione di fronte alla potenza della forma e del colore e si ritrova al centro di un percorso emotivo che si conclude con la purificazione, la cura delle ferite che lasciano i loro segni sulle garze, protagoniste dell’istallazione conclusiva.




Più che una mostra, Cruor è una processione; come le stazioni della via crucis si procede dalla tragedia e si culmina nella rinascita. Come sottolinea Claudio Strinati, curatore della mostra:

“ La Denuncia che Renata Rampazzi immette con tanta forza e determinazione nelle opere diventa catarsi, perché l’ installazione è concepita e strutturata in modo tale da portare il visitatore verso quel sentimento di condivisione e quindi di compassione che Aristotele nella sua dottrina, di eterna validità, stabilisce come il fine essenziale dell’arte in sé e per sé e in particolare proprio della tragedia”


La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. L‘ iniziativa fa parte di Romarama, il programma di eventi culturali di Roma Capitale.

La mostra è accompagnata da un catalogo con testi, tradotti anche in inglese, di Dacia Maraini, Maria Vittoria Marini Clarelli e Claudio Strinati e una testimonianza dell’artista. Parte del ricavato delle vendite del catalogo sarà devoluto all’ Associazione Differenza Donna.

- Rubina Postiglione -