"La vita non è un musical" intervista a Claudia Luzzi.
In Italia, regno dell’arte, culla della recitazione, c’è una nicchia nascosta, conosciuta ed apprezzata da una ridotta cerchia di persone: il Musical.
Ma che cos’è il musical? Questa forma di teatro che mette insieme le più disparate arti, nasce per la prima volta nel 1866 negli Stati Uniti, dove, due compagnie di origine Europea (una di canto e una di ballo) si unirono ad una compagnia teatrale, ed insieme fecero sorgere uno spettacolo chiamato “The Black Crook”.
Da tale data ad oggi, sui palchi di tutto il mondo, sono stati rappresentati migliaia di spettacoli, concernenti le tre più grandi arti, che però non hanno avuto lo stesso successo in ogni teatro che li ha ospitati.
Tenendo in analisi i dati raccolti da un recente sondaggio, solo il 38.8% degli italiani assiste periodicamente a rappresentazioni teatrali del genere. Mentre una più alta percentuale asserisce di non aver mai assistito dal vivo, se non per caso, ad un vero e proprio Musical.
La domanda che oggi ci poniamo è: come mai in Italia questo fenomeno non è risuscito a prendere il largo come nel resto del mondo? E soprattutto, come sta reagendo questa vasta gamma di professionisti al terremoto economico causato dal Covid?
Per rispondere esaustivamente ai nostri quesiti, abbiamo avuto la fortuna di intervistare una delle stelle nascenti di questo meraviglioso mondo.
Claudia Luzzi, nata a Taranto il 14 luglio del 1997, ci parla della sua straordinaria esperienza costernata di spettacoli in Italia, ma anche in continenti come: l’America, l’Asia e l’Oceania.
Claudia nasce come cantante, ci racconta come la passione per l’arte, per la musica, siano state nutrite in lei sin da bambina, grazie anche alla presenza del padre che, da direttore di coro e organista, l’ha sempre coinvolta nelle sue attività artistiche.
Si scontra per la prima volta con un bisogno di espandersi, quando a dodici anni si rende conto che cantare non le basta più e ci sottolinea marcatamente questo suo bisogno di esprimersi al meglio;
“La differenza che c’è tra un artista e un Performer è proprio il fatto che quest’ultimo viene definito TRIPLA MINACCIA, nel senso più stretto del termine. Un performer, per essere definito tale deve saper cantare, ballare e recitare.”
Il suo percorso inizia quindi con un’accademia di musical locale, che la porterà poi a diplomarsi nelle tre grandi specialità presso la prestigiosa accademia per Performer “BSMT” di Bologna, con la quale avrà i suoi primi reali esordi su grandi palchi, come quello del Teatro Comunale di Bologna.
“Uno dei Musical che mi ha lasciato e insegnato di più è stato proprio -Spring Awakening-, dove interpretando il personaggio di Wendla Bergmann ho avuto la possibilità di interfacciarmi con una realtà che non potevo neanche lontanamente immaginare di vivere. Musical del genere sfatano il mito italiano nel quale, questo mondo, è visto solo come -lustrini e paillettes-; perché un Musical, come qualsiasi rappresentazione teatrale, ha sempre qualcosa da lasciarti; noi in gergo diciamo che lì dove le parole non bastano, cantiamo; quando anche il cantare non basta, allora danziamo; e questo spettacolo in particolar mondo tratta temi che uno non si aspetterebbe mai, quali: l’aborto, la masturbazione, la scoperta della propria sessualità. “
Riusciamo a comprendere dalle parole di questa giovane Performer, come questo possa essere utilizzato come importantissimo mezzo di sensibilizzazione e del fatto che dovrebbe essere utilizzato come tale. La denuncia sottesa alle sue parole è chiara: il pregiudizio sulla leggerezza, non ci aiuta minimamente a comprendere il profondissimo potere educativo che questo tipo di show ha intrinseco nella sua stessa natura.
Dopo il diploma, che ad oggi è però riconosciuta dal MIUR come percorso di laurea triennale, Claudia, ha avuto la fortuna di iniziare un proficuo e stimolante percorso all’estero; dall’America, all’Asia fin giù in Oceania, con il suo ruolo di Prima Cantante per la Royal Caribbean, si è esibita in diversi spettacoli teatrali, alla presenza di un vastissimo pubblico, della più diverse provenienze.
“La più grossa differenza che c’è tra il pubblico italiano e quello esterno sta proprio nell’educazione che si ha nel seguire questo tipo di spettacoli. Per noi, l’andare a teatro è più un evento occasionale, come quando ti trovi a dover regalare a qualcuno un’esperienza unica e decidi di comprare per lui il biglietto di uno spettacolo; cosa che invece in molti paesi esteri è routine. Non siamo educati ad andare a teatro a guardare musical, perché non è propriamente nella nostra concezione”.
Dopo questa meravigliosa esperienza, Claudia torna in Italia, costretta dal Covid. Evento che ha cambiato profondamente il modo di vivere di tantissimi Performer come lei.
Durante questi due anni di pandemia ci siamo visti depredati della possibilità anche solo di assistere ad uno spettacolo teatrale, musical o no che sia, e la nostra curiosità si è spostata proprio su come questo evento traumatico abbia trasmutato le vite degli artisti che di questo ne fanno un vero e proprio lavoro.
“Durante il covid sono cambiate tante cose, dalla stretta mancanza che un’artista come me sente del palco ai modi con cui venivano svolti i provini per un qualsiasi ruolo. Lo stato, per quello che ha potuto, ha sorretto i miei colleghi, colpiti da questa catastrofe e, benché la ripartenza sia stata su una ripidissima salita, il mio mondo, il nostro mondo, non si è mai fermato. Il mio più grande applauso va alle produzioni, che non solo si sono organizzate per continuare a lavorare, ma hanno strutturato modi congeniali al fine di non aumentare i contagi, utilizzando metodi di approccio alla selezione del cast non usuali per il mondo del teatro.”
L’arte non si ferma, questo è il messaggio che Claudia con le sue parole di grinta e amore per la sua arte ci sta urlando. Il Covid è stata una dura prova, un’arma a doppio taglio per coloro che di arte vivono e per tutti coloro che di arte si nutrono.
“I miei progetti per il futuro sono incerti, come per chiunque di noi in questo periodo, dove si brancola nel buio; quello che so è che il Covid mi ha costretta a reinventarmi, mi ha spronata ad utilizzare al meglio le mie capacità, facendomi sperimentare nuovi lati di me e aiutandomi a crescere ancora di più, perché dalle situazioni così negative bisogna sempre prendere il meglio; ho iniziato a studiare per poter insegnare canto e trasmettere la mia passione, ho approfondito i miei studi in recitazione approcciandomi così al mondo della cinematografia e ho continuato a ballare, nel mio salone, perché avevo bisogno anche di quello.”
Credere in sé stessi e nei propri sogni è proprio quello che oggi Claudia cerca di insegnarci, con il suo sguardo vivace e la sua propositività nell’affrontare situazioni particolarmente drastiche. In un periodo storico che ci ha tolto tanto, l’unica cosa che possiamo fare per noi stessi è proprio non adagiarci, combattere stringendo i denti, senza lasciarci travolgere dalle difficoltà.
“La vita non è un musical, è vero, perché noi non abbiamo voglia di cantare in ogni momento della nostra esistenza, non possiamo alzarci e ballare ogni volta che qualcosa non va; ma dai musical possiamo apprendere tanto, anche semplicemente sentendoci meno soli, condividendo le nostre più profonde paure con quell’artista che sul palco le mette a nudo aiutandoci a comprendere che alla fine siamo tutti esseri umani.”
Vedremo artisti come Claudia esibirsi nei palchi di tutta Italia in questa nuova stagione, che ci auguriamo parta nel migliore dei modi. Quello che vogliamo trasmettere, oltre a questa irrefrenabile voglia di fare, è la curiosità nel conoscere qualcosa al quale non siamo abituati, dando e dandoci anche la possibilità di lasciar espandere questo mondo anche nel nostro paese. Il buon proposito per questo 2022 è proprio quello di andare a teatro, di lasciare più spazio per l’arte nella nostra vita, perché non solo ci aiuta a stare meglio con noi stessi, permettendoci di esplorare lati di noi che non conosciamo così bene, ma permette a grandi artisti come Claudia di regalarci un messaggio bellissimo: credere fermamente nei propri sogni, nonostante le difficoltà, da un sapore diverso alla vita.
- Marco Tamborrino-