REA ART FAIR: quando l’arte va oltre ciò che appenderesti volentieri a una parete di casa.

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Seconda edizione per Rea Fair, fiera d’arte contemporanea che nasce con l’intento di creare uno spazio sicuro per artist* indipendenti, un flusso interattivo e multisensoriale tra campi artistici interconnessi.

Dopo il successo della scorsa edizione, con più di 1400 visitatori, l’esposizione sarà allestita alla Fabbrica del Vapore di Milano, dal 3 al 6 settembre 2021.

12 curatrici professioniste e 100 artist* emergent*, sia italiani che proveniente da paesi come USA, Lituania, Giappone, Tailandia, Inghilterra, Germania e Olanda, che cercano di aprire un dialogo sul mondo attraverso otto categorie da esplorare: pittura, disegno, fotografia, video arte, performance, scultura, mixed media, arti digitali e street art.

La missione di Rea, associazione non-profit, è quella di aiutare gli artist* a trovare rappresentazione, visibilità e possibilità concrete di vendita. Un trampolino di lancio curatoriale per l’arte indipendente che prende le distanze dal sistema verticale tipico delle gallerie d’arte. Orizzontale è infatti il rapporto che si crea tra il collezionista o il visitatore e l’artista che espone. Ma il vero focus di Rea, ancor più fresco e reazionario, è promuovere uno sguardo che vada oltre il concetto materico dell’oggetto d’arte.

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Si cerca di instaurare un dialogo con il mondo rispetto ai temi attuali, al mondo politico e circostante che è complesso e trasversale abbastanza da dover essere osservato e messo costantemente in discussione. Per questo, Rea mette a disposizione delle panel discussions informa digitale per interfacciarsi con la città e aprire un dibattito sullo stato attuale dell’arte contemporanea.

Un nuovo concetto di fiera d’arte, quindi, slegato dalla volontà di possedere un futile pezzo d’arredo fine a se stesso. L’artista e la sua opera si tramutano in lente d’ingrandimento sul mondo per l’occhio curioso dei visitator*, come strumento di valutazione e di confronto reale.

Decisamente significativa, inoltre, la conduzione al femminile di un evento che si presta alla vendita, in una società che freme ogni volta in cui una donna pronuncia la parola “denaro”. Forse perché una donna potente potrebbe essere in grado di invertire questa piramide de-genere che è il mondo.

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